Meditare ad Arte
figure della contemplazione
a cura di Paola Goretti

CORSO ONLINE
Il cerchio e la sfera sono figure onnipresenti.
Celebrate negli universi figurativi di tutti i tempi, in riferimento alla cicli-cità dell’eterno ritorno cui soggiacciono tutte le cose, alla divinazione tem-porale, alla perfezione soprannaturale, la sfera – referente plastico tridimen-sionale del più elementare cerchio - è presente all’interno di tutte le latitudini e cronologie. Per individuarla, però, occorre scegliere dagli sterminati giaci-menti storico artistici ponendosi ad una certa angolatura.
Non tra vicende squisitamente legate al collezionismo o all’attribuzionismo o tra indagini, rendicontazioni, restauri; non nella monumentale pittura di Historia; neppure in tanta parte della ritrattistica di età moderna (specie se vincolata ai caratteri dello State Portrait; gloria e memoria dei Principe e della sua stirpe) o nel clamore delle avanguardie del primo Novecento, sorrette dai miti tecnocratici del futuro e della velocità. Nemmeno tra le celebrity della pop art, nelle avanguardie americane del secondo dopoguerra. O in tanta parte della sperimentazione contemporanea, proiettata sulle forme narcisistiche, nell’esaltazione della violenza, del disagio, della deriva.
Per individuare il canto della sfera, occorre scendere nell’intimità della visione.
Orchestrato secondo una metodologia classica e tradizionale, il corso qui proposto ha lo scopo di condurre all’interno di un soggettario che si presti – proprio per via delle immagini scelte e dell’itinerario da esse suggerito - a un accesso contemplativo dell’opera d’arte, a un concatenamento di relazioni che inducano al raccoglimento. A dominare al campo sono i processi narrativi capaci di suscitare reazioni profonde, lumeggiando la coscienza dello spettatore con stimoli emotivi, inducendo alla frequentazione dell’opera mediante il disvelamento di stati d’animo interiori: sottili, intuitivi, unificanti.

Obiettivi

Lezioni-mandala, che mediante la visione della bellezza geometrica delle figure cerchiate, invitano al contatto con lo spazio più intimo e sacro: lo spazio del cuore. Al cui interno, tutto si riassorbe, si purifica, si dona.

Modulo

Meditare ad Arte

  • I - LA SFERA DI ARNALDO POMODORO: Adagiata sulla superficie dell’acqua di una fontana da cui si guarda il mare (1998), variante dell’esemplare romano della Farnesina, oltre a costituire  l’emblema della città di Pesaro (capitale della cultura 2024), l’imponente Sfera di Arnaldo Pomodoro incarna una delle cifre costitutive della poetica del Maestro, intensamente solcate anche per alcune realizzazioni teatrali (Orestiadi di Gibellina) di rara potenza visionaria. Disseminate nel mondo in numerose varianti (Città del Vaticano, Cortile della Pigna; New York, Nazioni Unite; Dublino, Trinity College; Indianapolis, The Seminary Theological Cristiana; Teheran, The Teheran Museum of Contemporary Art; Columbus, Columbus Museum of Art a Columbus; Tel Aviv, etc.), la Sfera di Pomodoro incarna la sintesi di un linguaggio plastico universale. Levigatezza e asperità, luce e ombra, armonia e disordine. La perfezione primordiale si rompe –e si rompe lo spazio dell’involucro protettivo- per illustrare il magma delle viscere, tra elementi multiformi, caotici, dinamici. La lingua arcana –geroglifici, lamine orfiche, ammassi- si affaccia dalle immensità siderali in tutta la sua costellazione brulicante: come a disvelarne fermentazioni, paradossi, crepe, erosioni, crateri, escrescenze. Forme e misteri del perpetuo divenire.

  • II - DE SPHERA – UN MANOSCRITTO ILLUMINANTE: Conservato presso la Biblioteca Estense di Modena, il Sphaerae coelestis et planetarum descriptio, o semplicemente De Sphaera, è un singolare trattato di astrologia tardomedievale (1470 circa), miniato e decorato su pergamena per la corte sforzesca di Milano, con tutta probabilità da Cristoforo de Predis. Le quindici illustrazioni che lo compongono (oltre ai nove disegni astronomici) nascono come
    commento visivo a un precedente trattato medievale (il De Sphaera Mundi di Giovanni Sacrobosco) ma si staccano da esso per la sontuosità delle figure astrologiche, completamente immerse in sfere di luce e corredate da una rete fittissima di corrispondenze: nel dialogo costante tra la Terra e il Cielo.

  • III - LA SFERA DELL’OCCHIO: I voli millenari dell’occhio alato trovano posto nel magnifico volume di Alberto Giorgio Cassani, L’occhio alato. Migrazioni di un simbolo (2014), come portando a completamento l’alta lezione di Waldemar Deonna, Il simbolismo dell’occhio (1965). Il testo propone una riflessione magistrale articolata a partire dall’emblema di Leon Battista Alberti reso celebre nella medaglia di Matteo de’ Pasti (1446 – 1454 circa) sintetizzante un occhio alato fiammeggiante corredato dal motto QUID TUM. Concertando mille ipotesi interpretative ramificate nei secoli, l’organo della vista/visione diviene la sintesi perfetta tra ciò che è dentro e ciò che è fuori: passivo nel ricevere e attivo nel donare, irradiato dalla volta celeste e a sua volta irradiante. Alato il dio sole e alato l’occhio umano, discendente dal divino intelletto e dalla divina sapienza universale.

  • IV - ANIMALI SFERICI: A dimostrazione dell’infinita varietà del mondo, anche nel mondo animale non mancano le presenze degli animali sferici. Dal collezionismo enciclopedico di marca preilluminista (si pensi alle raccolte di Ulisse Aldrovandi) si evincono pesci palla di tutte le dimensioni. Dall’esperienza di Aby Warburg presso gli Indiani Pueblo d’America fiorisce Il rituale del serpente; dai manoscritti alchemici svetta l’Ouroboros, serpente dell’eternità, tra l’Uno e il Tutto. Attributo costante dell’iconografia di Cleopatra (Piero di Cosimo, Andrea Solario, Giuseppe Rivelli, Lavinia Fontana, Michelangelo) che tanta parte ebbe nella pittura di età moderna, il suo srotolamento canta il divenire. Dalle invenzioni di Borges nasce il mitico A
    Bao A Qu, animale plastico -sferico e commovente- che si accende entrando in risonanza con anime radianti. Per poi riprendere a ruzzolare, ogni volta da capo.

  • V - IL CERCHIO DEI BEATI (I ) MARIA ZAMBRANO: Tutto il lavoro di Maria Zambrano (1904–1991), la più orientale delle filosofe occidentali è volto alle forme incantate del silenzio e dell’ascolto, al flusso ininterrotto del magma interiore, alla continua rigenerazione del “serpe della vita”. Al continuo disvelamento del canto del cuore. Dal rigore occidentale -che per secoli ha arginato la vita sensoriale paralizzandone il mistero, riducendo l’anima a psiche, insistendo sul pensiero duale e separatista- esce un grido: Maria Zambrano fa appello alla fragilità dell’essere. Vulnerabilità, delicatezza, poesia. Perché è dalla sorgente delle zone d’ombra che discendono I beati. Esseri cerchiati, danzanti ed essenziali, sgravati di ogni orpello. Imperfetti, doloranti. Corpi di luce, nel divenire della gioia.

  • VI - IL CERCHIO DEI BEATI (II) OCTAVIA MONACO: Le creature di Octavia Monaco (1963), pittrice, illustratrice, ritrattista, cantora dell’eterno femminino, ideatrice di speciali lamine di Tarocchi ispirate all’eterno divenire- introducono a una visione contemporanea dell’opera d’arte intimamente congiunta alla sacralità, mettendo in scena archetipi, visioni, ierofanie. Incastonate all’interno di cerchi di luce radianti, tutte le sue figure sono remotissime. Signore
    dell’accensione, guarigione, contemplazione: alberesse, profetesse, sibille, danzatrici, guardiane del tempo, custodi del bosco, sacerdotesse di arcane
    sapienze. Divinità del Creato: del suo fiorire, del suo fluire.

  • VII- IL CERCHIO DEI BEATI (III) - ILDEGARDA DI BINGEN: Incendiari i cerchi di luce fioriti dalle visioni di Ildegarda di Bingen (1098- 1179), gigantesche le ruote illustrate nel Libro delle opere divine (1160 circa), delimitate da un cerchio di fuoco lucente e all’interno, da un cerchio di fuoco nero. Dentro di essi, una serie di altri cerchi dove si alternano etere puro, aria umida, aria forte e luminosa, aria tenue. Al centro della ruota, una figura umana: la testa raggiunge la parte superiore e i piedi la parte inferiore del cerchio, le braccia sono allargate, le mani sfiorano il cerchio. Tutta la loro potenza è visibile nell’esemplare conservato alla Biblioteca Statale di Lucca (Ms 1942, c.9r), capolavoro iconografico, unica (e più antica) copia illustrata delle tre trascrizioni pervenuteci. Nelle pagine, spira il divino: tutte le danze del mondo, tutti i colori, tutte le metamorfosi, tutti i volumi dello spirito.

  • VIII - DANZE CERCHIATE: Numerosi i girotondi di letizia che costellano l’arte di tutti tempi. Tra questi, Ambrogio Lorenzetti, Allegoria del Buono e del Cattivo Governo (Siena, Palazzo Pubblico, 1338-39), dove la danza sintetizza gli effetti della concordia; La danza di Matisse (1910, San Pietroburgo, Ermitage) dai tratti semplicissimi e dai colori radiosi, per celebrare la gioia della vita; Il girotondo della pace di Picasso; il Girotondo di Jorio Vivarelli (1966-67, Fondazione Vivarelli) e Riti di Primavera (1964) dello stesso autore, che contraggono un debito stringente proprio con Matisse, a sua volta allacciato a le Sacre du printemps di Stravinskij (scritta tra il 1911 e il 1913 per i Balletti Russi di Djagilev): pietra miliare novecentesca. Sulla stessa scia, ecco i dervisci rotanti di Aldo Mondino (1938-2005), presentati durante la Biennale di Venezia del 1993 (in quell'occasione, autentici dervisci danzarono davanti al pubblico, divenendo popolarissimi), o i dipinti di Franco Battiato –tutti a fondo oro, come nelle sacre regole compositive dell’icona- carichi delle stesse figure. Le danze estatiche senza fine né principio, nell’essenza cosmica dell’universo.

Date

  • Inizio: 6 febbraio 2024, ore 20.30-22.00, martedì (lezioni successive  13-20-27 FEBBRAIO / 5-12-19-26 MARZO stesso giorno, stesso orario)
  • Se vuoi acquistare il corso singolarmente, senza presentare Piano Studi, la quota di partecipazione è di € 150,00 - Info 

  • SEGUI IN DIRETTA: potrai partecipare, se vorrai, alle dirette delle singole lezioni, interagendo con l'insegnante. Dopo lo svolgimento delle lezioni potrai accedere alle loro registrazioni. Potrai anche porre domande all'insegnante inviando una mail all’Accademia, fuori dall'orario di lezione. 

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Bibliografia consigliata


La tua insegnante

Paola Goretti è Cinquecentista di formazione, storica dell’arte e del costume, voce narrante, poetessa (Scheiwiller 1994, Premio Montale), imparolatrice. Si è dedicata per vent’anni ai sistemi del vestiario di alta epoca, poi confluiti in innumerevoli scritti (per Skira, Allemandi, Il Cigno, Rizzoli, Mazzotta, Bulzoni, Il Poligrafo, FMR e molti altri) e in Monumenta. I Costumi di Scena della Fondazione Cerratelli, fotografie di Aurelio Amendola (Pacini), premiato dal Club Unesco di Firenze (2010). Ha collaborato con prestigiose istituzioni culturali nazionali e internazionali per progetti interdisciplinari, tenuto la cattedra di Scenari (1998-2005) presso l’Università dell’Immagine di Milano ideata sui cinque sensi da Fabrizio Ferri, lavorato alla Fondazione Ermitage (2009-2010) per alcune ricognizioni sul patrimonio italiano a San Pietroburgo, insegnato in ogni dove. Si occupa di estetica della luce e della natura, di tradizione classica e integrazione sensoriale.
Responsabile scientifico del Museo Crocetti di Roma (2013-2016) e dell’attuale
percorso espositivo, ha curato mostre minuscole e monumentali. Tra queste,
Aurelio Amendola. Un’antologia (Pistoia 2021; Bari 2022), nelle Edizioni Treccani.
Dal 2013 collabora con Il Vittoriale degli Italiani, dove ha realizzato D’Annunzio e l’arte del profumo. Odorarius Mirabilis (2018), scenografia del Maestro Pier Luigi Pizzi. Nel 2022 ha pubblicato “E’ l’immortale rosa”. D’Annunzio e il fiore dell’ebbrezza (Silvana) e La rosa di Bologna. Una storia profumata (Minerva). Tra parole come rose, rose come parole.
Dal 23 giugno 2023 è Direttrice Artistica della collana Le Farfalle per la casa
editrice Cinquesensi di Lucca, inaugurata con Alfabetiere Emotivo, presentato in prima nazionale al Castello di Riomaggiore (Cinqueterre) il 2 settembre 2023.

L'incontro con Meditare ad Arte

Ecco cosa studierai nel corso di questa formazione su Meditare ad Arte

Conferenza di presentazione corso
Meditare ad Arte di Paola Goretti

tenutasi il 2 novembre 2023 presso Libreria Esoterica Ibis di Bologna.

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